
Cresce l’occupazione, ma rimane sotto al 2019
17 gennaio 2022
“I dati forniti dall’Istat relativi all’occupazione regionale nel terzo trimestre del 2021, rispecchiano un andamento tendenziale anche in Romagna - afferma il segretario generale della CISL Romagna Francesco Marinelli - e rilevano una occupazione in aumento rispetto al 2020, ma con numeri ancora inferiori rispetto al periodo pre-covid. L’occupazione è infatti in crescita rispetto al terzo trimestre del 2020, con un aumento di 64 mila unità e una diminuzione sia delle persone che cercano lavoro (-35%) sia della popolazione inattiva (-1,5%). In media l’occupazione regionale nel 2021 è stata quindi in crescita rispetto al 2020 (+14 mila occupati), ma ancora lontano dai dati del 2019 (-2%). Anche la popolazione inattiva è maggiore rispetto al 2019, un aumento di 55 mila unità, di cui in maggioranza ( 65%) donne".
“Le donne, oltre che ad essere la maggioranza delle persone inattive, sono solo il 45% della popolazione occupata ed il 59% di chi sta cercando lavoro. Come CISL Romagna abbiamo più volte segnalato come la pandemia abbia colpito soprattutto le donne e i giovani, e i dati Istat lo confermano. Esiste inoltre un grave problema nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, come evidenziato dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena e Rimini. Infatti il 53% delle aziende dichiara difficoltà nel trovare i profili tecnici e nel 36% per gli altri profili. Questo purtroppo non è dovuto solo alla pandemia ma ad una ormai endemica mancanza di percorsi formativi, che seguano il lavoratore durante tutta la sua vita professionale e gli permettano di rispondere alle esigenze del mondo produttivo locale e alle nuove esigenze del mercato del lavoro, che è in profonda mutazione anche tecnologica. La formazione non può più essere considerata solo un obbligo previsto dalla legge, ma deve essere specifica e costante nella vita lavorativa”.
Secondo il segretario della CISL Romagna Francesco Marinelli “ la ripresa è fragile e ancora distante dal periodo pre-covid. Inoltre questa ulteriore ondata di contagi, unitamente al problema del costo delle materie prime, sta mettendo duramente alla prova il mondo del lavoro.
“La metà delle nuove assunzioni previste nei primi mesi del 2022 sono a tempo determinato, questo è certamente dovuto alle tante incertezze della pandemia, alla ricerca di profili che possano sostituire temporaneamente chi è assente per mancata vaccinazione o in quarantena. Fino a che la pandemia continuerà a questi ritmi, il mondo del lavoro difficilmente potrà evidenziare una ripresa strutturale. Al momento crediamo sia necessario sbloccare i ristori ed estendere fino alla fine dell’emergenza sanitaria la cassa covid per tutti i lavoratori messi a rischio dalla nuova ondata pandemica, in particolare per i settori dei servizi e del turismo. Ci auguriamo - conclude Marinelli - che si sblocchino gli investimenti e che le riforme previste dal PNRR riguardino soprattutto le politiche attive”.