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L’osservatorio di CISL Romagna si interroga sugli scenari futuri romagnoli demografici e di welfare


13 giugno 2024

Glaciazione demografica

L’osservatorio di CISL Romagna si interroga sugli scenari futuri romagnoli demografici e di welfare

La CISL Romagna prosegue l’analisi del territorio romagnolo, questa volta esaminando le sfide future che riguardano in particolare welfare e cambiamenti demografici.

I lavori dell’Osservatorio partecipato dell’economia e lavoro CISL Romagna si sono svolti grazie agli interventi di Luca Paolazzi, Direttore scientifico Fondazione nord est, Francesco Sintoni, Direttore del Distretto socio sanitario di Forlì-AUSL Romagna e Valentina Ridolfi, general manager Fondazione piano strategico di Rimini e coordinatrice di “Romagna Next”. Lorenzo Ciapetti (Coordinatore dell’osservatorio CISL Romagna) ha coordinato i lavori, proseguendo l’analisi di CISL Romagna sulle trasformazioni dell’economia romagnola e del mondo del lavoro.

Con questo incontro, la CISL Romagna conferma il suo impegno nel monitorare e affrontare le dinamiche che interessano il territorio, con l’obiettivo di individuare soluzioni efficaci per un futuro sostenibile e inclusivo.

Un futuro di invecchiamento

Secondo i dati presentati da Lorenzo Ciapetti, nei prossimi 15 anni si prevede un aumento del 33% della popolazione over 65 nei distretti romagnoli. I dettagli per distretto indicano un incremento del 46% nel Rubicone, del 42% a Riccione, del 36% a Rimini, del 33% a Ravenna, del 29% a Forlì, del 28% a Cesena – Valle Savio, del 26% a Faenza e del 21% a Lugo. Analizzando i dati a livello provinciale, Forlì-Cesena vedrà una crescita del 34%, Ravenna del 28% e Rimini del 38%.

Una popolazione in pensione

Un altro dato significativo riguarda i percettori di reddito da pensione: il 58% vive nei centri capoluogo, mentre solo il 2% risiede nelle aree interne. Tuttavia, nei comuni montani, dove la popolazione attiva è inferiore, il rapporto è di 60 pensionati ogni 100 abitanti, rispetto ai 44 su 100 nelle città capoluogo. Nello specifico, il distretto di Forlì registra un 54%, Cesena-Valle Savio 51%, Faenza 50%, Lugo 49%, Rimini e Ravenna 46%, Rubicone e Riccione 37%.

E’ necessario rivedere i modelli organizzativi socio sanitari – afferma il Segretario generale di CISL Romagna Francesco Marinelli – soprattutto in seguito alla riduzione delle risorse dedicate e la crescita di una nuova domanda di servizi dovuta ad una popolazione sempre più vecchia”.

La bassa natalità, presente su tutto il territorio, ma maggiormente rilevante nei piccoli comuni di montagna, deve interrogare sulla programmazione necessaria della spesa pubblica sociale e sanitaria, per garantire un domani sostenibile alle future generazioni e più in generale  alle comunità locali”.

La complessità delle trasformazioni in atto richiede l’elaborazione di un nuovo “piano di welfare” romagnolo, al fine di migliorare la qualità della vita e diritto di accesso alle cure per tutti “.

In termini socio-sanitari – specifica Marinelli – è necessario costruire o implementare i servizi territoriali alla comunità assicurando percorsi di prevenzione,  presa in carico globale, assistenza e cura realmente accessibili a tutti i cittadini. All’interno dei vari distretti, in una visione unitaria assicurata dall’unica AUSL e dalla CTSS romagnola, le componenti sanitarie, afferenti all’Azienda USL, e sociali, afferenti agli Enti Locali, devono lavorare in sinergia in modo da procedere insieme nello sviluppo di questi servizi, per non lasciare indietro nessuno. La stessa comunità poi, in particolare attraverso le sue espressioni associative, può e deve assumere un ruolo propositivo e attivo in questo rinnovato contesto, all’interno delle nuove Case della Comunità”.

Come CISL lo sosteniamo da sempre – conclude il Segretario cislino – e crediamo che i cambiamenti futuri debbano essere anticipati nell’analisi e nella programmazione territoriale. Occorre pertanto accompagnare le trasformazioni in atto in ambito sanitario rafforzando l’integrazione con i servizi sociali”.



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