Chiusura del punto vendita Metro di Rimini: a rischio 40 posti di lavoro
Dopo 21 anni di attività, il negozio Metro Italia di Rimini chiuderà i battenti il prossimo 31 dicembre 2024. La notizia mette a rischio oltre 40 posti di lavoro, tra dipendenti diretti e indiretti. Metro Italia, azienda leader nel commercio all’ingrosso, ha comunicato la decisione ai sindacati lo scorso giovedì 19 settembre, aprendo un tavolo di confronto per discutere le ragioni che hanno portato alla chiusura del punto vendita.
Il negozio di Rimini, situato in via Tolemaide 130, ha rappresentato per oltre due decenni un punto di riferimento per il settore Horeca (Hotellerie-Restaurant-Café), servendo principalmente hotel, ristoranti e altre strutture legate al mondo del turismo, un comparto cruciale per l’economia locale.
I sindacati Filcams, Fisascat, Uiltucs e la rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) sono già impegnati nelle trattative con l’azienda per trovare una soluzione che eviti la chiusura, scongiurando i licenziamenti e le conseguenze sociali che ne deriverebbero.
In una nota congiunta, le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil hanno dichiarato: “Nel settore del commercio l’eventualità di licenziamenti, in un ambito strategico a Rimini come quello delle vendite all’ingrosso verso alberghi, ristoranti ed in generale il mondo del turismo, evidenzierebbe un arretramento grave, riducendo buona occupazione e disperdendo professionalità costruite con anni di lavoro e formazione”.
Metro Italia, presente in 16 regioni con 49 punti vendita, impiega oltre 4 mila dipendenti in tutto il Paese e offre una gamma di servizi che va dal Cash and Carry alla consegna (Food Service Distribution), fino al Mercato Online. La chiusura del punto vendita di Rimini solleva quindi preoccupazioni sia per l’impatto occupazionale che per il tessuto economico locale, fortemente legato al turismo e alla ristorazione.
I prossimi incontri tra azienda e sindacati saranno cruciali per capire se ci sono margini per mantenere attivo il punto vendita e preservare i posti di lavoro, oppure se si dovrà assistere all’ennesima chiusura che impoverisce il territorio.