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Siglato l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare


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4 marzo 2024

Siglato l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare

Nei giorni scorsi stato finalmente raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2023-2027, grazie alla stretta collaborazione tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e le associazioni delle imprese del settore. Dopo quattro giorni di trattative incessanti, i sindacati hanno annunciato con soddisfazione di aver conseguito risultati significativi in linea con gli obiettivi prefissati, concentrandosi soprattutto su salario, welfare e lotta alla precarietà.

L’accordo firmato prevede un aumento di 280 euro per un montante complessivo a parametro 137 che al termine dei 4 anni sarà pari a 10.236 euro. La prima tranche parte dal 1 dicembre 2023 con un aumento di 75 euro, già nei primi 14 mesi di applicazione contrattuale lavoratrici e lavoratori andranno a recuperare un importo di 170 euro, il 60% dell’aumento totale previsto. Per i casi di mancata contrattazione di secondo livello si aggiungono altri 15 euro mensili a quelli già previsti.

È stato potenziato il welfare contrattuale, con un aumento di 4 euro per il fondo integrativo sanitario Fasa, a garanzia di prestazioni migliori. Il contributo delle aziende al fondo di previdenza complementare Alifond è stato incrementato al 1,5% (+0,3%, pari a 6 euro). È stato inoltre potenziato il fondo a sostegno del congedo di maternità e paternità.

Sono stati compiuti progressi significativi anche per quanto riguarda la riduzione dell’orario di lavoro, che nel settore alimentare non subiva modifiche da 30 anni: a partire dal 1 gennaio 2026, coloro che lavorano turni di 18 e 21 ore vedranno una riduzione di 4 ore, seguite da altre 4 ore l’anno successivo. Dal 1 gennaio 2027, la riduzione di 4 ore si applicherà a tutti i lavoratori e le lavoratrici. Si è altresì impegnati a definire ulteriori riduzioni dell’orario di lavoro a livello aziendale in caso di investimenti tecnologici.

Sono stati aggiornati e migliorati gli articoli che disciplinano il mercato del lavoro, con un maggiore contrasto alla precarietà. La percentuale complessiva dei contratti a termine, in somministrazione e in staff leasing è stata dimezzata, passando dal 50% al 25%.

Per quanto riguarda i congedi parentali, sono state aumentate le ore retribuite per l’inserimento al nido e alla scuola dell’infanzia, così come per l’accudimento intra-generazionale. È stato introdotto il paragrafo “Diversità e inclusione”, affidando sia alla contrattazione nazionale che a quella di secondo livello l’individuazione di soluzioni, con l’Ente bilaterale di settore che promuoverà analisi e buone pratiche.

Le parti hanno concordato di avviare i lavori della Commissione paritetica tecnica per l’aggiornamento delle declaratorie a partire dal 2024, mentre sono stati implementati strumenti per la formazione, l’apprendistato e la sicurezza.

I tre Segretari generali, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza, hanno dichiarato che l’accordo raggiunto rappresenta un traguardo importante sia in termini di incremento economico che di valorizzazione del lavoro stabile e qualificato sul piano normativo.



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