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Emergenza spopolamento dell’Appennino Romagnolo al centro di un’importante ricerca


Emergenza spopolamento dell’Appennino Romagnolo al centro di un’importante ricerca

La segretaria generale FNP CISL Romagna Maria Antonietta Aloisi ospite a Videoregione

Maria Antonietta Aloisi, segretaria generale della Federazione Nazionale Pensionati della CISL Romagna, è stata ospite della trasmissione “Fatti e opinioni” su Videoregione, dove ha discusso dell’emergente fenomeno dello spopolamento nelle aree appenniniche della Romagna. Durante l’intervista, Aloisi ha presentato i risultati di una ricerca commissionata dalla CISL, dal titolo Domani è oggi, presente futuro dell’Appennino Romagnolo, che ha analizzato i dati demografici delle zone montane e pedemontane della Romagna.

Lo studio, condotto con la collaborazione di esperti demografi e statistici, ha evidenziato un preoccupante calo della popolazione: dal 1951 al 2021, i comuni situati lungo il crinale romagnolo e pedemontano sono passati da 66.000 abitanti a poco più di 32.000, segnando una riduzione del 53%. Una percentuale significativa di questi residenti rimasti è rappresentata da anziani, un dato che solleva preoccupazioni per il futuro delle comunità locali.

“Il dato più allarmante che emerge dalla ricerca è sicuramente lo spopolamento”, ha dichiarato Aloisi durante l’intervista. “Tra il 1951 e il 2021, la popolazione nei comuni appenninici è praticamente dimezzata, passando da 66.000 abitanti a poco più di 32.000. Questo è un segnale di allarme che non possiamo ignorare, soprattutto perché molti dei pochi residenti rimasti sono anziani, creando così una vera e propria emergenza sociale.”

Aloisi ha inoltre spiegato che lo spopolamento sta avendo gravi ripercussioni sui servizi locali: “Molti comuni hanno visto ridursi drasticamente i servizi essenziali come scuole, ospedali e ambulatori. In alcune aree, ad esempio, i poli ambulatoriali sono assenti in 15 comuni, gli ospedali in 18, e i punti di primo soccorso in ben 17. E se non ci sono servizi, è difficile attrarre e mantenere la popolazione.”

La segretaria ha poi insistito sull’importanza di investire in infrastrutture per favorire il ritorno della popolazione: “Non basta incentivare economicamente i giovani a tornare. Se non ci sono scuole, trasporti adeguati e servizi sanitari, non possiamo aspettarci che le famiglie restino o vi ritornino. È fondamentale che vengano fatti investimenti concreti in questi ambiti.”

In conclusione, Aloisi ha sottolineato la necessità di un piano complessivo per il rilancio dell’Appennino Romagnolo: “Quello che serve è una grande scommessa sul territorio. Dobbiamo pensare a un piano infrastrutturale che comprenda la viabilità, i trasporti e, soprattutto, i servizi essenziali. Solo così potremo dare un futuro alle nostre montagne e alle persone che ci vivono.”



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