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Sciopero annunciato: lavoratori CRAI in protesta contro licenziamenti eccessivi


23 aprile 2024

Lunedì 22 aprile si è rotto il tavolo di trattativa con AMACO CRAI e MOOD MAISON.

Dal 1° maggio i lavoratori sono di fatto alla porta! Siamo indignati, i nostri timori si sono rivelati veri. Nella giornata di ieri l’azienda subentrante Mood Maison ha dichiarato un ESUBERO di quasi il 50% del personale all’interno di quella che doveva essere un passaggio lineare e “pulito” come da normativa 2112 del codice civile.
Di pulito non c’è stato niente fin dal principio. Da subito questo passaggio presupponeva la perdita di professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati e oggi, dopo vari incontri e insistenze di chiarezza da parte nostra, Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL, il sipario è calato ed è stato dichiarato la disponibilità ad assumere 12/14 lavoratrici e lavoratori a fronte dei 21 coinvolti. AMACO CRAI si cela dietro il formale passaggio fatto senza prendersi la responsabilità della loro scelta e della modalità messa in campo. Quelli che in prima istanza ci sono sembrati licenziamenti celati oggi sono licenziamenti reali voluti da Crai che ha preso gli incassi della vendita ed ha abbandonato i suoi dipendenti.

E’ inaccettabile che ancora una volta siano i lavoratori e le lavoratrici a perderci, non lo permetteremmo! Metteremmo in campo tutte le nostre risorse chiedendo supporto tutte le istituzioni e i nostri legali affinché tutti si prendano le loro responsabilità. Per questo dichiariamo SCIOPERO nella giornata di oggi 23 aprile 2024 per l’intero turno di lavoro con Presidio di Fronte al punto vendita dalle ore 12.30.

All’interno del punto vendita ci sono lavoratrici e lavoratori con anzianità anche di 30 e 38 anni, con un età che varia dai 50 ai 62 anni, con limitazioni dovuti anche al lavoro usurante e carichi familiari importanti, alcuni monoreddito che hanno lavorato una vita presso il supermercato e che sicuramente non si meritano un trattamento al limite del fraudolento.
Abbiamo timore che questo possa essere il primo di tante altre attività commerciali che chiude anche a che causa apertura selvaggia fatta negli ultimi anni a Forlì.



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