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Sciopero massiccio nel settore della Distribuzione Moderna Organizzata


2 aprile

Sciopero massiccio nel settore della Distribuzione Moderna Organizzata: lavoratori in mobilitazione per salari adeguati e sicurezza contrattuale

Sabato scorso, un’onda di proteste ha scosso il panorama della Distribuzione Moderna Organizzata, con lavoratori e lavoratrici che hanno aderito in massa allo sciopero proclamato dai sindacati FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTuCS. La causa di tale mobilitazione risiede nel mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale, un nodo cruciale che ha spinto i dipendenti del settore a manifestare il proprio dissenso attraverso azioni concrete.

Nell’area della Romagna, le mobilitazioni hanno raggiunto livelli significativi, con una partecipazione straordinaria tra lavoratori, lavoratrici, delegate e delegati dopo la rottura delle trattative con Federdistribuzione. L’adesione al 70% allo sciopero tra i dipendenti di Arca, Famila e A&O ha determinato chiusure totali per l’intera giornata sia a Cesenatico che a Forlimpopoli.

Nonostante le criticità riscontrate, è importante sottolineare che le aziende cooperative del settore non sono coinvolte nello sciopero, avendo annunciato la firma del contratto con i sindacati proprio il giorno precedente.

La questione dei salari non adeguati, che non tengono conto dell’aumento dell’inflazione, e la precarietà occupazionale rappresentano le principali preoccupazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, il cui contratto collettivo è scaduto. Nonostante lo scarso preavviso, più di 200 persone si sono ritrovate a Cesena, di fronte al Famila di Torre del Moro, per rivendicare il rinnovo del contratto collettivo e per evidenziare la necessità di condizioni lavorative più dignitose e sicure.

I sindacati FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTuCS rivolgono un appello a Federdistribuzione affinché riapra il tavolo delle trattative con una volontà seria di giungere ad un accordo soddisfacente per entrambe le parti. È giunto il momento di porre fine a estenuanti giochi al ribasso sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, garantendo loro condizioni di lavoro adeguate e un trattamento dignitoso.



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