“Sequestro” degli autisti in Start Romagna, necessario un cambio di rotta
La vicenda che coinvolge una quindicina di autisti di bus urbani di Rimini e altri 6-7 di Ravenna sta generando un’ondata di polemiche. Questi lavoratori, pronti a lasciare Start Romagna per essere assunti da Hera come camionisti di mezzi della nettezza urbana o conducenti delle spazzatrici, si sono visti negare l’impiego senza una motivazione valida. La questione ha attirato l’attenzione del consigliere comunale Nicola Marcello (FdI), che ha chiesto spiegazioni al sindaco Sadegholvaad durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Rimini.
Le segreterie trasporti di FIT-CISL, Uiltrasporti e Ugl Autoferrotranvieri hanno denunciato pubblicamente il comportamento di Hera, sostenendo i dubbi e le domande espresse dal consigliere Marcello. “Molti operatori che aspiravano a cambiare azienda hanno accettato in malo modo il rifiuto e soprattutto non hanno ben compreso le motivazioni”, affermano i sindacati.
Raffaele Rossi della FIT-CISL evidenzia le differenze retributive e lavorative tra le due aziende: “C’è da dire che un neo assunto Start prende uno stipendio di 1.300 euro netti al mese, da contratto autoferrotranviere, contro i 1.600 euro netti da contratto igiene ambientale, che è sottoposto a maggior stress nel guidare i pullman nel traffico cittadino, e che invece di fare orario continuato, 6 ore e mezza, come ad Hera, un autista di Start ne fa 6,30 con turni di due, tre ore, che a fine giornata, con le lunghe attese in deposito, ti tiene fuori casa per almeno 9 ore. Da qui la motivazione ad andarsene”.
Le segreterie sindacali aggiungono che in Start Romagna gli autisti non hanno la possibilità di crescere o cambiare mansione, nonostante possano avere competenze e ambizioni in altri settori. Nei bandi interni per ricoprire altre mansioni in azienda, infatti, viene regolarmente posto il divieto di partecipazione a chi ricopre il ruolo di autista. «In qualsiasi parte del mondo viene data ai lavoratori la possibilità di crescere e migliorarsi. In questa azienda no», lamentano i sindacati, descrivendo un ambiente di lavoro ostile e pieno di malumori.
Altri problemi sottolineati dai sindacati riguardano la fruizione delle ferie e i contratti part-time, concessi quasi esclusivamente a discrezione dell’azienda. Le richieste di part-time degli autisti sono state negate, mentre in altri settori aziendali è stata agevolata la conciliazione casa-lavoro. “Tutto ciò assomiglia veramente a un “sequestro” del personale di guida, che una volta entrato a ricoprire il ruolo, non ha più modo di uscire se non con il licenziamento volontario”, concludono CISL, UIL e UGL.
Questa situazione di stallo non solo preoccupa i lavoratori coinvolti, ma solleva anche interrogativi sulla gestione delle risorse umane e sulle politiche occupazionali delle aziende coinvolte. I sindacati chiedono risposte chiare e soluzioni immediate per garantire ai lavoratori il diritto di crescere professionalmente e migliorare le proprie condizioni di lavoro.