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Sfruttamento, caporalato e incidenti sul lavoro


Sfruttamento, caporalato e incidenti sul lavoro

L’intervista realizzata dal Corriere Romagna a Roberto Cangini, segretario generale della Fai Cisl Romagna, ha portato alla luce un quadro preoccupante riguardo alle condizioni di lavoro nel settore agroalimentare, specialmente in seguito ai tragici eventi di Latina. La questione della sicurezza sul lavoro, un diritto fondamentale spesso trascurato, si mostra in tutta la sua criticità attraverso dati allarmanti.

Un allarmante aumento degli incidenti

Secondo i dati forniti da Inail e diffusi dalla Cisl Romagna, nei primi quattro mesi del 2024, in Emilia Romagna si sono registrati 32 decessi, di cui 6 in Romagna. Questo rappresenta un aumento di 12 morti rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli infortuni non mortali sono cresciuti del 2,31% nella provincia di Forlì-Cesena, del 6,51% nel Ravennate e del 5,01% nel Riminese. In particolare, gli incidenti nei campi sono passati da 319 a 374, segnando un trend preoccupante.

Roberto Cangini ha espresso stupore per questo aumento: «Se pensiamo che dal 2003 al 2022, quindi quasi per un ventennio, i dati sugli infortuni erano in calo, lascia davvero sorpresi il fatto che ci sia stato un aumento dal 2023. Il motivo? Difficile indicarne solo uno».

Sfruttamento e caporalato: un sistema da smantellare

Cangini ha messo in luce un’altra anomalia inquietante: nel settore agricolo romagnolo, un terzo dei lavoratori non ha lavorato più di 51 giorni all’anno. «E lo sa perché? Perché dopo il 51esimo giorno un lavoratore ha il diritto alla malattia retribuita. Molti datori di lavoro segnano solo uno o due giorni di lavoro al mese e il bracciante, spesso straniero, non dice nulla», spiega Cangini. Questo sistema di sfruttamento è un chiaro indicatore di caporalato, una pratica che mina profondamente i diritti dei lavoratori.

La mancanza di controlli ispettivi

Uno dei problemi più gravi evidenziati dal segretario generale è la carenza di controlli ispettivi. «È evidente che scontiamo di sicuro una mancanza di attività ispettiva. Nelle province di Rimini e Forlì-Cesena abbiamo solo due ispettori Inail per i controlli nel territorio», denuncia Cangini. Questa situazione è il risultato di un processo di accorpamento dei sistemi ispettivi avviato qualche anno fa, ma mai completato con decreti attuativi. «E quando i numeri degli ispettori sono questi, le conseguenze sono davanti ai nostri occhi».

Un appello alle autorità

Le parole di Roberto Cangini rappresentano un appello urgente alle autorità competenti affinché si intervenga con misure concrete per rafforzare i controlli e tutelare i diritti dei lavoratori. La situazione descritta dall’intervista non può essere ignorata: è necessario un impegno deciso per contrastare sfruttamento e caporalato, e per garantire la sicurezza sul lavoro in un settore cruciale come quello agroalimentare.

L’intervista del Corriere Romagna a Roberto Cangini mette dunque in evidenza una realtà che richiede attenzione immediata e interventi decisi per proteggere i lavoratori e assicurare loro condizioni dignitose e sicure.



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